Tratte dall’Apocalisse

Il termine apocalisse deriva dal greco apokálypsis (ἀποκάλυψις) e significa un gettar via ciò che copre, un togliere il velo, letteralmente scoperta o disvelamento, rivelazione. L’Apocalisse appartiene al gruppo di scritti neotestamentari noto come “letteratura giovannea”, in quanto scritta, se non dallo stesso apostolo, nei circoli che a lui e al suo insegnamento facevano riferimento. Il libro è indirizzato alle sette chiese dell’Asia Minore: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea, con lo scopo preciso di incoraggiare i fedeli a resistere alle persecuzioni da parte delle autorità romane, con la promessa dell’avvento del regno escatologico.

Madonna Immacolata
Apocalisse di Giovanni (12, 1-6) Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.
La donna dell’Apocalisse ha tre segni: è vestita di sole, con la luna sotto i piedi e coronata di 12 stelle: un’iconografia suggestiva  che diventa ben presto popolare. Il tema appare a cavallo fra la fine del ‘400 e i primi anni del ‘500 ed il prototipo della Vergine dell’Apocalisse come Immacolata si trova nelle incisioni di Dürer del 1498. Nelle maestà l’Immacolata è rappresentata in piedi nel cielo senza il Bambino, avvolta nel velo e con le mani conserte. Possono essere presenti tutti o in parte gli attributi della luna sotto i piedi, del serpente e delle dodici stelle attorno al capo.
L’Immacolata Concezione è un dogma, proclamata nel 1854 che sancisce come la  Vergine  Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento; tale dogma non va confuso con il concepimento di Gesù da parte di Maria.

Tratte dagli Atti degli Apostoli

Gli Atti degli Apostoli sono un testo scritto in greco antico. La sua redazione definitiva risale probabilmente attorno all’80-90,  La tradizione cristiana lo attribuisce a Luca, collaboratore di Paolo e autore del Vangelo secondo Luca. Atti è composto da 28 capitoli e narra la storia della comunità cristiana dall’ascensione di Gesù fino all’arrivo di Paolo a Roma, coprendo un periodo che spazia approssimativamente dal 30 al 63 d.C. Oltre che su Paolo, l’opera si sofferma diffusamente anche sull’operato dell’apostolo Pietro. Il libro descrive il rapido sviluppo, l’espansione e l’organizzazione della testimonianza cristiana prima tra i giudei e poi nelle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo.

Pentecoste
Atti degli Apostoli (2, 1-4) ‘Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.’
Celebrazione cristiana festeggiata il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua – di domenica,   Pur essendo sicuramente originata da un’antica festa del raccolto nel mondo cristiano ricorda la discesa dello Spirito Santo su Maria e i discepoli di Gesù e segna la nascita della Chiesa cominciando dalla Comunità di Gerusalemme

Tratte dai Vangeli Apocrifi

I Vangeli Apocrifi sono un eterogeneo gruppo di testi a carattere religioso che si riferiscono alla figura di Gesù Cristo che, già dal secondo secolo, sono stati esclusi dal canone della Bibbia cristiana.  Tuttavia nel Medioevo e nell’antichità non tutti si rassegnarono all’idea che questi testi venissero messi in disparte. In essi, infatti, si scoprono dati storici che colmano alcune lacune dei vangeli canonici e trovano conferma varie tradizioni locali.
È grazie a questa benevolenza che alcuni apocrifi hanno esercitato un influsso nel campo letterario, artistico, devozionale e liturgico, particolarmente in riferimento all’infanzia di Gesù, alla figura di Maria, alla passione di Gesù, al periodo successivo alla risurrezione di Gesù.
Insomma, nonostante le condanne ecclesiastiche, alcuni tra gli scritti apocrifi servivano alla riflessione teologica su determinati temi, o alla devozione, e conservarono un durevole successo in ambito del tutto “ortodosso”, diventando presto patrimonio comune della religiosità popolare.
Tra i più importanti Vangeli Apocrifi citiamo il Protovangelo di Giacomo, gli Atti di Paolo e Tecla, il vangelo di Pietro, l’Apocrifo di Giovanni.

Nascita di Maria
Protovangelo di Giacomo (5.1) ‘Nel nono mese Anna partorì e domandò alla levatrice: “Che cosa ho partorito?”. Questa rispose: “Una bambina”. “In questo giorno”, disse Anna, “è stata magnificata l’anima mia”, e pose la bambina a giacere. Quando furono compiuti i giorni, Anna si purificò, diede poi la poppa alla bambina e le impose il nome Maria.’
Gli esempi più antichi  di questa iconografica fanno riferimento ad un dittico del VI secolo conservato a San Pietroburgo e ad un affresco in S. Maria Antiqua nel Foro Romano. La Natività di Maria, pur conservando  elementi simili alla nascita di Gesù, ne differisce per numerosi particolari perfettamente ravvisabili nelle maestà.  La scena non si svolge all’esterno ma all’interno di una casa; sono riconoscibili gli elementi architettonici e d’arredo; Sant’Anna su un grande letto con cortine è distesa dopo il parto, il marito Gioacchino assiste discosto all’evento quasi dietro i cortinaggi; una donna porge ad Anna una tazza con una bevanda ristoratrice; in primo piano tre donne lavano ed accudiscono la neonata Maria.

Presentazione di Maria al tempio
Protovangelo di Giacomo (7.1-7.2) ‘Il sacerdote l’accolse e, baciatala, la benedisse esclamando: “Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni. Nell’ultimo giorno, il Signore manifesterà in te ai figli di Israele la sua redenzione”. [3] La fece poi sedere sul terzo gradino dell’altare, e il Signore Iddio la rivestì di grazia; ed ella danzò con i suoi piedi e tutta la casa di Israele prese a volerle bene.’
Rappresenta una memoria liturgica della chiesa cattolica celebrata anche dalla chiesa ortodossa.  Si basa sul racconto di uno dei vangeli apocrifi – il protovangelo di Giacomo – ove si legge, nel capitolo sesto, che all’età di un anno Maria  viene presentata ai sacerdoti del Tempio dai suoi  genitori, Anna e Gioacchino.  Pochi anni dopo viene fatta accedere all’interno, prendendo parte alla vita sacerdotale fino al momento dell’incontro con Giuseppe. (vedi scheda 1684)

Educazione della Vergine
Protovangelo di Giacomo (6.1) La bambina si fortificava di giorno in giorno e, quando raggiunse l’età di sei mesi, sua madre la pose per terra per provare se stava diritta. Ed essa, fatti sette passi, tornò in grembo a lei che la riprese, dicendo: “(Com’è vero che) vive il Signore mio Dio, non camminerai su questa terra fino a quando non ti condurrò nel tempio del Signore”. Così, nella camera sua fece un santuario e attraverso le sue mani non lasciava passare nulla di profano e di impuro. A trastullarla chiamò le figlie senza macchia degli Ebrei.
Raffigura la Madonna, ancora giovane, con la Madre Anna.

Morte di San Giuseppe
Storia di Giuseppe il falegname (14, 1) Sul letto di morte. Ritornato a casa sua, a Nazaret, cadde malato e si mise a letto. Era giunto per lui il tempo di morire, come é destino di tutti gli uomini. Era gravemente malato come mai lo era stato dal giorno della sua nascita. Ed é certamente così che a Cristo piacque disporre le cose del giusto Giuseppe.
Secondo il citato vangelo apocrito Giuseppe aveva ben 111 anni quando morì, godendo sempre di un’ottima salute e lavorando fino al suo ultimo giorno. Avvertito da un angelo della prossima morte, si recò a Gerusalemme e al suo ritorno venne colpito dalla malattia che l’avrebbe ucciso. Stremato nel suo letto, sconvolto dai tormenti e travagliato nella mente, solo la consolazione di Gesù riuscì a calmarlo. Circondato dalla sposa, venne liberato dalla visione della morte e dell’Oltretomba, scacciate subito da Gesù stesso. L’anima del santo venne quindi raccolta dagli arcangeli e condotta in Paradiso. Il suo corpo venne poi sepolto con tutti gli onori alla presenza dell’intera Nazareth.